Parliamo di Ugo Tognazzi?

Cento anni (e due giorni) fa nasceva Ugo Tognazzi. Sì, sicuramente anche per me Ugo Tognazzi è “Amici Miei” (a mio parere uno dei rari casi in cui i sequel non hanno deluso). Ma il film di Monicelli è solo la punta dell’iceberg di un artista che ha sdoganato alcuni aspetti dell’essere umano poco esplorati nel cinema.
Si potrebbe dire che Tognazzi era l’anti Fellini (Dio solo sa cosa sarebbe stato un film con Tognazzi diretto da Fellini): uno esplorava il sogno, si estraniava dalla realtà con orpelli onirici; l’altro interpretava molto spesso lo “stronzo”. L’umano è per sua natura un misto di bene e male e Tognazzi ha spesso impersonato l’uomo vero, infimo, spregevole, approfittatore. Nel film “I mostri”, ad esempio, insegna al figlio come essere vincente a discapito degli altri: il figlio, retto e onesto, è definito lento e stupido.

Ovviamente, Ugo e i suoi film sono stati fonte di ispirazione per me. Quasi sempre nei miei prodotti video c’è della commedia che in sé ha anche il dramma.
Avete presente come viene trattato il tema della vecchiaia fatta in “Amici miei Atto IIIº”?
– Ricorda fratello che devi morire!
– A che ora?

La sofferenza di non poter più fare quello che in gioventù si riusciva a fare benissimo, tipo dare gli schiaffi in faccia alle persone affacciate al treno perché saltare è diventato complicato. E chi è l’unico che riesce ad ovviare il problema? Il Conte Mascetti che, su una sedia a rotelle, spruzza con una peretta dell’inchiostro in faccia ai passeggeri. Idea geniale, tanto che gli amici corrono a comprare “il merda spray”!

Ma più di tutto, c’è una cosa che Tognazzi ha marchiato a fuoco dentro di me: l’indiscutibile, l’incontestabile diritto alla cazzata. Sapevate che, nel pieno degli anni di Piombo, finse di essere la mente delle Brigate Rosse? Inscenò persino il suo arresto, stando al gioco della rivista satirica Il Male, che diffuse diverse false prime pagine di quotidiani nazionali che lanciavano lo scoop: TOGNAZZI È IL CERVELLO BR.

Ecco, io non sono arrivato a questo, ma il diritto alla cazzata lo rivendico ogni giorno. Ad esempio, sono molto orgoglioso del successo che sta raggiungendo il contest ideato e lanciato da me medesimo: frasi che puoi dire in varie comuni situazioni ma anche facendo sesso. Sentivamo il bisogno di ricicciare uno di quei giochini troppo vecchi persino per Facebook? Probabilmente no, ma il risultato è stato centinaia di commenti, amici che danno sfogo (letteralmente) alla loro fantasia, istanti di tensione al momento della proclamazione dei vincitori. E tutto questo per cosa? Per vincere una tazza o un panino al chiosco sotto casa (premi realmente assegnati!). Probabilmente qualcuno particolarmente competitivo lo fa per questo, ma la verità è che (io per primo) siamo stufi della forma, dei formalismi, della rigidità, di quello che è o non è opportuno fare, dell’apparenza. Io voglio giocare, voglio essere politicamente scorretto, voglio andare ad un appuntamento di lavoro vestito “come mi va” e non “come dovrei”.

Quindi, quello che in realtà ho da dire su Ugo Tognazzi è solo: grazie. Grazie per avermi insegnato che si può essere così liberi. Io ci sto lavorando su, ed è bellissimo. E voi? Avete già provato ad agire sul mestolo sospirando sullo scappellamento crociato in alto a destra come fosse Antani?